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Votazione federale del 25 novembre 2018: AITI contraria all’iniziativa per l’autodeterminazione

Un NO deciso è quanto l’Associazione industrie ticinesi auspica in relazione ad un’iniziativa che rischia di danneggiare fortemente la nostra economia e di avere ripercussioni estremamente negative per tutti i cittadini.

La Svizzera è considerata una nazione affidabile nel mondo, che mantiene la parola data e dove la certezza del diritto è un dato di fatto acquisito. L’iniziativa per l’autodeterminazione mette in discussione questa situazione e crea incertezza, trasformando la Svizzera in un paese inaffidabile, poiché i trattati che il nostro paese ha già sottoscritto, senza dimenticare quelli che sottoscriverà in futuro, in particolare quelli economici e umanitari, dovrebbero essere rinegoziati. La reputazione della Svizzera sarebbe compromessa.

È importante ricordare che la Svizzera guadagna quasi due franchi su cinque all’estero. In una realtà caratterizzata da un mercato interno molto limitato, la semplicità e la rapidità degli scambi a livello internazionale risultano fondamentali per il benessere del Paese. L’iniziativa per l’autodeterminazione mette a rischio oltre 600 accordi economici sottoscritti dalla Svizzera. Senza accordi con l’estero per ridurre i dazi e le tariffe, facilitare gli scambi con l’estero e difendere i nostri diritti, l’economia elvetica si troverebbe in estrema difficoltà. L’iniziativa per l’autodeterminazione mira ad abolire questi accordi stipulati liberamente dalla nostra nazione, mettendo a forte rischio le nostre aziende e i posti di lavoro che esse garantiscono.

L’aspetto più controverso dell’oggetto in votazione è che, sebbene i bersagli siano la libera circolazione e gli accordi bilaterali, di fatto andrebbe a colpire solo ed esclusivamente gli accordi che non sono stati votati direttamente dal popolo. Per questo motivo, libera circolazione e accordi bilaterali non sarebbero minimamente toccati in caso di successo dell’iniziativa. In compenso, sarebbero a rischio di denuncia migliaia di accordi tecnici e di protezione giuridica – come per esempio la convenzione per la protezione dei diritti dei fanciulli o quella per la protezione dei diritti dei disabili – a cui nessuno si è mai opposto.

Inoltre, l’iniziativa per l’autodeterminazione ha quale obiettivo di abbandonare la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo. La conseguenza di un passo in questa direzione sarebbe l’indebolimento dei diritti fondamentali di tutti i cittadini svizzeri che non potranno così più ricorrere alle istanze superiori in caso di violazioni dei propri diritti umani. La Costituzione, proprio perché la Svizzera ha aderito alla Convenzione, non protegge esplicitamente tutti i diritti umani. La loro garanzia sarebbe pertanto in pericolo.

Come se non bastasse, la democrazia svizzera permette già oggi alla popolazione di decidere quali accordi accettare e quali no. L’iniziativa non fa altro che indebolire la posizione della Svizzera nei confronti dell’estero. Per questi motivi, l’Associazione industrie ticinesi raccomanda di votare NO all’iniziativa per l’autodeterminazione.

Lugano, 29 ottobre 2018